Ritratti 4.0 – ChannelBiz ha incontrato Primo Bonacina, managing partner di PBS il quale, dopo 30 anni presso aziende It, si è messo in proprio e ha scoperto come la scarica di adrenalina che si riceve da un cliente soddisfatto non ha eguali
Dopo 30 anni presso grandi multinazionali Ict, da tre anni a questa parte Primo Bonacina, si è messo in proprio creando la PBS, la Primo Bonacina Services, della quale è managing partner, puntando su servizi, anche di recruitment, nell’ambito Ict. Si definisce ‘genio e regolatezza’, con una passione per l’informatica scatenatasi verso i 18 anni, durante i quali “programmare voleva dire coniugare italiano e matematica, scrivere “sonetti elettronici””.ChannelBiz ha messo allo specchio Bonacina e ne ha fatto il Ritratto, sempre in chiave 4.0.
Chi è Primo Bonacina?
Ho lavorato per 30 anni come manager in multinazionali dell’IT (le più note: Olivetti, 3Com, Tech Data, Microsoft e Acer). Nel 2014 ho creato PBS – Primo Bonacina Services, iniziativa di consulenza in area sviluppo organizzativo, commerciale, marketing, web/social media e risorse umane/social recruiting.
Qual è stato il suo percorso di studi?
Mi appassionavano le scienze (da bambino volevo fare lo zoologo) e la matematica. Mi sono iscritto al liceo scientifico, ma scoprii che la materia in cui andavo meglio era italiano, e sono stato poi folgorato dal software a 18 anni. Per me programmare voleva dire coniugare italiano e matematica, scrivere “sonetti elettronici”. Non ho più smesso con l’IT: sono stato il primo laureato, in ordine di tempo, in Informatica a Milano nel 1984 e Olivetti mi ha chiamato per il colloquio proprio il giorno dopo la laurea. Da allora mangio “pane e IT”, anche se mi sono presto spostato da ruoli tecnici verso posizioni marketing e manageriali.
Che tipo di adolescente era?
Niente di particolare. Tranquillo e studioso. Andavo in motorino e giocavo a pallone all’oratorio. Non ho mai creato problemi.
Come si è avvicinato al mondo dell’Ict?
A fine anni ’70 con le prime calcolatrici programmabili, poi la programmazione UCSD Pascal, quindi nel 1980 Apple IIc e Unix, poi MS-DOS nel 1982 e così via …
A cosa deve il successo nel suo lavoro?
Mi piace l’espressione “genio e regolatezza”. Forse ho un po’ di “genio”, certamente ho “regolatezza”. Il mio lavoro è fatto d’intuito, idee, applicazione, correzione, rifacimento, tenacia. Mi piace lanciare velocemente sul mercato le mie idee e perfezionarle cammin facendo. Non ho paura di sbagliare.
Così ho, ad esempio, fatto con PBS Talent, la mia attività di Social Marketing applicato al Recruiting dove, differenziandomi nella forma e nella sostanza dai recruiter tradizionali, cerco di dare risposte nuove a problemi annosi come quello di ingaggiare le persone giuste, in tempi brevi e certi, e con costi contenuti. E, in quest’area, sto supportando decine di aziende nazionali e multinazionali a risolvere con successo il problema.
Qual è il suo rapporto con la tecnologia?
Maturo. Non sono interessato all’ultimo gadget, ne’ lo cerco. M’interessa soprattutto risolvere problemi, capire trend e possibilità.
Qual è l’oggetto più tecnologicamente avanzato che ha in casa sua?
Non sono un “geek”. Uso raramente il notebook e non possiedo un tablet. Quando sono alla scrivania, uso un All-In-One con un grande schermo integrato e dischi capienti (leggi: produttività con massima potenza). Quando sono in viaggio, ho uno smartphone di ultima generazione a schermo grande (leggi: produttività in mobilità). Ovviamente ho tutto in cloud e quindi sempre accessibile da qualsiasi postazione internet.
Quanto tempo passa davanti alle mail sul cellulare, la mattina appena sveglio o la sera prima di coricarsi?
Penso non sia sano guardare la mail dopo cena. Piuttosto, se non devo andare da clienti, preferisco recarmi alla scrivania alle 8 di mattina e lì esprimo la massima produttività. Lo smartphone è per me fondamentale (uso la push e-mail dal 2004) ma è, in quest’ottica, più un cercapersone: so di poter
essere sempre reperibile e di venire notificato se c’è una necessità. Una parte essenziale del mio lavoro consiste poi nell’avere delle idee. Per questo basta un foglio di carta e una penna, per dare
poi seguito una volta alla scrivania.
Cosa ne pensa del rapporto IoT e sicurezza?
IOT è imprescindibile. La sicurezza è imprescindibile. Sono due ovvietà, due necessità assolute, due trend destinati a modellare come vivremo nel futuro prevedibile, due mondi destinati a incontrarsi.
Se le dico cloud, cosa le viene in mente?
Quello di cui mi occupo da tanto e di cui parlo e scrivo da dieci anni. Pochi sanno che il cloud computing è entrato nella sua seconda decade.
Intelligenza artificiale: evoluzione o involuzione? Cosa si aspetta nel futuro?
L’Intelligenza Artificiale sa già sincronizzare il labiale in un video rendendolo credibile (oltre che leggerlo) e completare i disegni, senza contare i miliardi di altre cose di cui nemmeno ci accorgiamo. Ci possono essere alcuni timori, ma vedo soprattutto le comodità applicative, tipo riconoscere il viso del soggetto mentre stai per scattare una fotografia. La prossima sfida è dare alle macchine la capacità tutta umana di immaginare le conseguenze delle proprie azioni.
Quali sono i suoi hobby?
Sono un assiduo fotoamatore (i miei generi: street, eventi, natura) e i viaggi: mi sono ripromesso di farne sempre di più per coniugare la voglia di scoprire e quella di fotografare.
Qual è il pregio che ammira di più nelle persone e quale è il difetto che proprio non le va giù?Ammiro l’intelligenza e il genio, accoppiati a umiltà, coerenza, dedizione. Non sopporto falsità, menefreghismo, lassismo.
Direbbe grazie a…e perché?
A mia moglie (la seconda e ultima). A mia figlia (la prima e unica). Perché sono persone speciali. Lato business, direi grazie ai clienti di PBS che mi stimavano prima quando rappresentavo importanti multinazionali e mi stimano adesso perché risolvo problemi concreti.
A chi chiederebbe scusa e perché?
A chiunque possa aver (sempre involontariamente) fatto soffrire. Peace & Love!
Se fosse un piatto che piatto sarebbe?
Un piatto di trattoria casalinga, semplice e gustoso.
Se fosse un quadro?
Un quadro colorato, con forti geometrie. Preferirei però essere una foto scattata da un fotografo del National Geographic.
Se fosse un film?
“Cast Away”: me la vorrei sapere sempre cavare in qualsiasi situazione.
Se fosse una stagione?
Giugno, sole, luce fino alle 21, fine delle scuole.
Se fosse una tecnologia?
Qualcosa di utile. Ne’ sofisticato, ne’ banale, Qualcosa di cui non si può fare a meno, come un frigorifero o un forno a microonde.
Se non facesse il lavoro che fa, che lavoro farebbe?
Lo sto facendo e da soli 3 anni. Ho sempre pensato che avrei lavorato nelle multinazionali e, a queste, ho dedicato 30 anni. Non avrei mai pensato di lavorare in autonomia. E invece, la scarica di adrenalina che ricevi quando vedi un cliente soddisfatto del tuo lavoro non ha eguali.
Se avesse una bacchetta magica…
Fermerei il riscaldamento globale.