Abbiamo sviluppato competenze ed esperienze nella gestione dei social media B2B e nella scrittura di siti web innovativi e success story per alcuni dei nostri principali clienti (qui la lista completa). Ti va di leggere i loro messaggi di apprezzamento? O, meglio, perché non ne parliamo di persona?
Su questo argomento ti proponiamo un articolo che parla di come scrivere: Lo storyteller: fenomenologia di una professione con 7 consigli per diventare bravi
Nella più disastrosa sciagura ecologica che ha colpito l’America trovavano la morte 250mila uccelli marini, 2800 foche, 250 aquile calve e 22 balene. L’intero ecosistema del quale facevano parte anche gli indiani Chugach veniva completamente stravolto. Exxon Mobil, prima compagnia petrolifera al mondo proprietaria della Exxon Valdez, decideva di inviare allora sul posto anche operatori di ripresa e addetti all’immagine. Alcune di queste troupe tv avevano anticipato sul posto le altre testate giornalistiche, fornendo documenti video da irradiare ai principali network televisivi. Dopo il disastro, col passare delle ore, sarebbero arrivati sul posto anche i responsabili dell’amministrazione dell’Alaska e i volontari di Greenpeace: ciascuno di questi attori in gioco iniziava a produrre una documentazione video (qui l’intervista al sindaco di Valdez John Devens per la ricostruzione delle ore successive della tragedia).
Verso la ‘brandizzazione’ del giornalismo
Sono partito da ciò che in fondo si dovrebbe evitare di fare – virare le informazioni attraverso un uso sapiente dei mezzi di comunicazione – per passare in rassegna i tanti casi virtuosi che raccontano una nuova frontiera del giornalismo aziendale. O della comunicazione di impresa. Dipende da come la vedete.
Sto parlando del fenomeno del brand journalism e di quel termine ombrello diventato vera e propria ossessione: lo storytelling.
Oggi si parla in fondo proprio di ribaltamento tra giornalismo e comunicazione aziendale: non a caso Lelio Simi su Pagina 99 (e poi sul suo blog online su Medium) riprende le parole del direttore del Nieman Journalism Lab dell’Università di Harvard: “Buzzfeed pensa a se stessa come a un’azienda tecnologica, General Electric invece pensa a se stessa come ad un editore. Non ci può essere sintesi migliore per descrivere cosa sta succedendo oggi nel mondo sottosopra dei media”.
Dalle dichiarazioni ai numeri: alcuni li ha raccolti il Politecnico di Milano in una ricerca dedicata proprio agli operatori della comunicazione: il settore complessivo registra un giro d’affari che vale circa l’1% del nostro PIL. Addirittura il 44% delle imprese intervistate ha dichiarato lo scorso anno che avrebbe investito la maggior parte del proprio budget negli owned media.
Altri numeri, che stavolta arrivano da Oltreoceano e che sono stati raccontati da Jacopo Barigazzi su Nòva del Sole24Ore: proprio negli Stati Uniti secondo i dati del Bureau of Labor Statistics per ogni giornalista ci sono 4,6 comunicatori. Soltanto dieci anni fa il rapporto era di uno ogni 3,2.
Comunicatori d’impresa o brand storyteller che si moltiplicano e si annidano un po’ ovunque. E d’altronde ogni società ha capito che può diventare una media company: così ha dichiarato al Financial Times Richard Edelman, a capo dell’omonimo colosso mondiale di comunicazione e PR. E secondo il futurologo danese Rolf Jensen da qui al 2020 assisteremo allo sviluppo di una fase costituita dalla società del sogno: “Vivremo in una cultura del consumo che racconterà delle storie attraverso i prodotti che acquistiamo”.
La verità prima di tutto e altri consigli da Forbes
Il caso citato in apertura di post richiama una delle cinque azioni individuate dalla testata statunitense Forbes per realizzare un efficace storytelling legato al brand (qui il post in lingua originale a firma di Susan Gunelius, di sotto un personalissimo adattamento). E non a caso come prima delle cinque azioni svetta proprio questa ossessione per la verità. Come ci ricorda Gunelius questo brand storytelling si è di fatto imposto con la crescita esponenziale dei social media e del marketing dei contenuti, ed ecco che l’opportunità di raccontare storie è diventata una priorità strategica:
“In fondo le storie dei brand sono state raccontate per anni attraverso la pubblicità, ma l’arte di scrivere quelle storie come pezzi efficaci di contenuti online è una sfida che pochi sono addestrati a fare.
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