Gloria Gazzano, direttore ICT di Snam: «L’attitudine all’innovazione sta crescendo»
«Criterio fondamentale nella valutazione dei fornitori IT è sempre stato per Snam la capacità di declinare le tecnologie nel conteso di innovazione della nostra azienda, caratteristica sempre più importante con l’avanzare del digitale e delle cosiddette disruptive technologies.
Requisito fondamentale pertanto che un fornitore deve avere è la profonda conoscenza dei processi aziendali unita al dominio delle tecnologie digitali emergenti.
Abbiamo avviato più di due anni fa un processo strutturato di innovazione che ha richiesto un cambio di passo significativo ai nostri fornitori tradizionali che non sempre però hanno reagito con lo stesso nostro entusiasmo, più interessati a mantenere le posizioni acquisite negli anni invece di investire su nuove opportunità.
Sicuramente sul mercato si trovano alcune eccellenze, ma mediamente la vera innovazione di processo fino ad ora è partita più dalle aziende utente che dai fornitori. In linea di massima, in numeri, il giudizio medio si ferma a un 6,5-7.
I temi più caldi per Snam vanno da analytics e big data, soprattutto applicati ai dati provenienti dalla sensoristica di campo, a l’Internet of Everything e ai sistemi predittivi in ambito processi di manutenzione e non solo. Continua inoltre il nostro impegno sul tema Mobility su cui Snam è stata assoluta pioniera molti anni fa e su cui alcune aziende hanno sviluppato, anche con il nostro contributo, soluzioni di eccellenza.
Focalizzandosi sui vendor di tecnologia il suggerimento che mi sento di dare è di aumentare il valore che portano alle aziende andando al di là della mera licenza dei prodotti, smussando nel contempo comportamenti a volte di tipo monopolistico.
Il trend degli ultimi anni è comunque globalmente positivo, l’attitudine all’innovazione sta crescendo in tutto l’ecosistema clienti-fornitori che si influenzano e trascinano a vicenda. I grandi SI così come le aziende utenti stanno ponendo attenzione a tutte le fonti di innovazione, a partire dalle start-up, in una logica di open innovation che sta iniziando a dare i primi frutti».
Gian Piero Pepino, Group CIO di De Agostini: «Servono concretezza, sintesi e affidabilità»
«In un passato nemmeno troppo distante, i fornitori legati alle competenze si sentivano innovatori se supportati da certificazioni su nuovi linguaggi di programmazione, framework metodologici, strumenti di produttività e così via. Chi invece offriva soluzioni, puntava in primis ai concetti di integrazione, semplificazione e time to market. Tutti elementi che, nell’attuale situazione, rappresentano solo i “basics” per competere sul mercato.
Innovare è, però, sinonimo di anticipare e realizzare soluzioni tecnologiche competitive in differenti ambiti, quali ad esempio la nuova generazione di oggetti, dove hardware e ICT costituiscono un blend integrato, le mobile application e gli smart analytics, supportati da una profonda e autonoma conoscenza dello specifico settore industriale. Solo una ridottissima percentuale di operatori di mercato possiede attualmente questa visione, nonché una reale capacità di Ricerca e Sviluppo e successiva delivery, motivo per cui una valutazione numerica non può superare il 6-.
Tra i plus del canale IT moderno si collocano, infatti concretezza, sintesi e affidabilità, ma tra i minus, il tentativo di influenzare i CIO e la scorrettezza verso i competitor.
Perché i Cio non sono in cerca di un offering generico di competenze o di soluzioni di mercato ormai considerate “standard”, anche in campo applicativo. Oltre all’innovazione, trovo invece rilevante la formulazione di valore in area IT Spending, con riferimento non solo alla riduzione dei costi, ma a una reale “agilità” nella loro gestione, in termini di una scalabilità flessibile e rapida, in funzione del business. Al contrario, oggi, le offerte veramente “cloud” si contano sulle dita di una mano. Per quanto riguarda la consulenza in processi e applicazioni, rispetto agli ultimi anni, il panorama IT mostra una sostanziale stabilità nella capacità dei fornitori “Top Tier” nel supportare le aziende con soluzioni a valore; sul fronte dell’“Application maintainance and evolution”, poi, questa capacità si è addirittura ridotta, a vantaggio di “new comer” di nicchia su aree innovative; mentre l’area “technology & operation” vive l’incombere di grandi nomi come Google e Amazon».