Dal brand alla story. Cosi’ e’ cambiata la comunicazione in azienda. Uno spostamento di prospettiva che ora diventa dinamica e coinvolge il marketing, ovviamente, ma anche tutto il management.
La sua azienda puo’ trarre molti vantaggi da questa nuova tendenza. Ho letto, anche per lei, il libro più accreditato: ecco le lezioni piu’ utili al successo della sua impresa… Oggi il marketing conta più sulla storia dei marchi che sulla loro immagine: le sequenze narrative hanno rimpiazzato le campagne pubblicitarie (riveda il video-icona di Apple “1984”). Ce lo ricorda il francese “Storytelling, la fabbrica delle storie” di C. Salmon.
La storia, per funzionare, deve essere onesta, accattivante, unica e richiamarsi ai valori personali del consumatore. Ad esempio, la storia di Steve Jobs/Apple, a partire da un bambino povero abbandonato a sé stesso, che finisce per iscriversi quasi per caso ad un corso di tipografia; il primo Macintosh nel garage dei genitori…; appena conquista la vittoria, l’eroe viene tagliato fuori dal proprio successo e deve lasciare l’azienda che ha fondato…; quindi il cancro… ma ritrova la salute e l’azienda; che guida verso nuovi successi.
La macchina narrante sta rimpiazzando il ragionamento razionale perché è ben più persuasiva. Non si tratta di un semplice nuovo linguaggio mediatico ma di un percorso consapevole per filtrare le percezioni, stimolare le sensazioni, influenzare le idee e i comportamenti del target.
Dietro c’è un apparato tecnico mutuato dalla letteratura. La storia si articola sempre in tre elementi: struttura, azione, sviluppo. Consiglio i modelli di J. Campbell per ricordarci cosa raccontare e di Aristotele per ricordarci come raccontarlo. L’azione deve essere verosimile e coinvolgente e lo sviluppo logico, dove ogni evento è essenziale.
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