L’industria tecnologica è stata scossa da una recente dichiarazione di Satya Nadella, CEO di Microsoft, che ha messo in discussione le fondamenta del modello Software as a Service (SaaS). Nadella ha infatti suggerito che le applicazioni tradizionali, così come le conosciamo, saranno presto sostituite da agenti AI e che il SaaS è morto. Questa affermazione ha sollevato domande cruciali: il SaaS è davvero in via di estinzione? E cosa potrebbe significare ciò per l’industria del software, gli sviluppatori e le aziende?
Che cos’è il Software as a Service (SaaS)?
Innanzitutto, è opportuno ricordare cosa si intende per SaaS. Il SaaS è un modello di distribuzione software basato su cloud che fornisce applicazioni via Internet, consentendo di accedervi tipicamente tramite abbonamento. A differenza del software tradizionale, che richiede installazione e manutenzione su singoli dispositivi o server, il SaaS elimina queste complessità ospitando le applicazioni nel cloud e garantendo aggiornamenti continui a cura del fornitore, oltre a scalabilità e riduzione di oneri di gestione IT da parte delle aziende clienti.
Tra gli esempi più comuni di SaaS, troviamo strumenti assai diffusi come la posta elettronica Gmail, la suite di produttività Microsoft Office 365, soluzioni CRM (Customer Relationship Management) come Salesforce e software gestionali come Fatture in Cloud (il nome è esplicativo).
Il SaaS ha trasformato radicalmente il settore del software, democratizzando l’accesso a strumenti avanzati e consentendo alle aziende di ogni dimensione di sfruttare potenti applicazioni senza necessità di investimenti iniziali o infrastrutture significative. Ma questa rivoluzione sta per finire? Nadella ha appunto dichiarato che le applicazioni aziendali tradizionali saranno presto obsolete. Il CEO di Microsoft ha infatti spiegato che gli attuali software sono costruiti attorno a database e sistemi che incorporano la logica aziendale. Sebbene questi strumenti SaaS siano essenziali per le attività odierne, secondo Nadella, il loro modello verrà superato dall’era dell’AI. A suo avviso, la logica aziendale verrà spostata su un nuovo livello di intelligenza artificiale. Piuttosto che affidarsi a più applicazioni distinte per compiti diversi, gli agenti AI gestiranno regole e processi su più database, automatizzando le funzioni. Questo approccio eliminerebbe la necessità di sistemi back-end tradizionali, in quanto gli agenti interagirebbero direttamente con i dati e la logica, migliorando l’efficacia del sistema.
Ad esempio, immaginiamo che un project manager debba monitorare i progressi di un team, assegnare risorse e informare le parti interessate. Oggi si affida a più strumenti: software di gestione dei progetti, sistemi di pianificazione delle risorse, e-mail per comunicare. In futuro, un agente di intelligenza artificiale potrebbe gestire automaticamente tutte queste attività con un semplice comando.
Quali previsioni?
Nadella non ha precisato i tempi di questa rivoluzione. Parliamo comunque di un mercato da 1,3 trilioni di dollari che ha dominato la tecnologia per due decenni (ad esempio, SalesForce è nata nel 1999). Molti hanno detto che gli utenti aziendali non saranno però pronti a breve per questo cambiamento e che le aziende non potranno dismettere rapidamente applicazioni SaaS su cui hanno investito fortemente, anche in termini di formazione e pratica d’uso.
A valle di queste dichiarazioni, alcuni analisti hanno ipotizzato un’evoluzione graduale, ma comunque rapida, che potrebbe avvenire in 3 fasi:
- Fase 1 (oggi): AI è un copilota. Lo stiamo vedendo: Microsoft Copilot per gli sviluppatori, Gamma per le presentazioni, ChatGPT un po’ per tutto. Questi livelli di AI si posizionano sopra applicazioni e modalità d’uso esistenti, rendendole più efficienti
- Fase 2 (1-2 anni): l’invasione degli agenti. L’AI passa da copilota a operatore autonomo in grado di gestire il software esistente per conto dell’utente. La diga si rompe quando qualcuno può dire analizza le nostre performance commerciali invece di accedere alla dashboard di Business Intelligence, oppure ottimizza le nostre campagne pubblicitarie invece di navigare nell’Ad Manager. Le competenze precedentemente fornite dal software vengono ora scorporate dagli agenti
- Fase 3 (3-4 anni): invisibilità del software. La fase finale si verifica quando gli agenti bypassano completamente le interfacce umane. Perché creare dashboard, pulsanti e menu quando l’intelligenza artificiale può accedere alle API (Application Program Interfaces)? La proposta di valore del SaaS (raggruppare software, flussi di lavoro e competenze in interfacce facili da usare dalle persone) si dissolve. Le interfacce sono state progettate per gli esseri umani. L’AI non ne ha bisogno.
Attenzione:
- Stiamo parlando di software invisibile, non di nuovi SaaS con caratteristiche migliori. Si tratta della sostanziale evaporazione dell’assunto secondo cui sono gli esseri umani a interagire con il software
- Anche la barriera alla creazione di software personalizzato sta crollando. Le aziende che un tempo dovevano scegliere tra un costoso sviluppo interno o un SaaS già pronto, possono ora creare rapidamente soluzioni su misura. Questa democratizzazione della creazione di software significa che ogni azienda può diventare produttore di software piuttosto che semplice consumatore. Le conoscenze specialistiche che i vendor SaaS monopolizzavano, sono ora disponibili a chiunque abbia accesso a un agente di codifica AI e competenze di settore (manifatturiero, distribuzione, logistica …). Si passa quindi da un costo di un milione di euro per costruire un prototipo di una soluzione SaaS al quasi gratuito (pochi giorni di lavoro) della nuova era
Deterministico o probabilistico?
Una cosa da non dimenticare è che gli LLM (Large Language Models) su cui si basano le soluzioni AI sono probabilistici e non funzionano oggi con la stessa affidabilità degli algoritmi. Un paio di semplici esempi:
- Se a Excel o al vostro software di Business Intelligence chiedete il grafico delle vendite della scorso trimestre, dati parametri e comandi, otterrete sempre lo stesso grafico. Invece, se inserite (provate!) il prompt “giaguaro pop art” in Copilot Designer otterrete ogni volta giaguari leggermente differenti. Molto simili ma non identici. Quale sceglierete? Facile per il giaguaro: il più bello e funzionale, secondo gusto e necessità. Meno facile per il grafico delle vendite aziendali, dove serve esattezza
- E se, in ambito medicale, l’AI fosse più affidabile del 99% dei medici, voi vi fareste operare a cuore aperto perché l’ha detto l’AI oppure chiedereste un altro parere? E a chi lo chiedereste? A un’altra AI o a un medico umano? E vi starebbe bene se il medico, prima di darvi la sua diagnosi, si consultasse con l’AI? Con quale AI? Magari la stessa che avevate consultato voi?
Insomma, siamo in un momento di transizione epocale. Le risposte non le abbiamo. Intravediamo l’inizio e facciamo fatica a immaginare la fine. Nel dubbio, osservare come si muovono i giganti del software può dare preziosi indizi.
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